È un pigmento tossico a base di piombo, molto coprente e solubile in acido nitrico, la cui vendita sotto forma di polvere è ormai praticamente proibita da tempo in parecchie parti del mondo, particolarmente in Europa e Stati Uniti. Viene prodotto ancora da alcune ditte che però lo utilizzano per la fabbricazione di colori pronti (in genere a olio), di solito mescolandolo al bianco di zinco allo scopo di limitarne l'intrinseca filacciosità e la tendenza a scurire, tipica di questo pigmento. La biacca ha un residuo radioattivo misurabile con adeguati strumenti, che permette di stabilirne grossomodo l'età e che scompare del tutto dopo un periodo minimo di 160 anni. L'essiccazione è abbastanza veloce e produce una pellicola molto elastica, di robustezza non raggiungibile con nessun altro bianco, che tuttavia tende a perdere di coprenza con il passare degli anni. Tende a scurire, a causa dell'azione delle tracce di acido solfidrico presenti nell'aria; inoltre ossidandosi si trasforma in ossido di piombo, di colore marrone. Questa tendenza all'incupimento è molto più evidente quando questo bianco è utilizzato con leganti magri (pittura murale, tempera, etc.) e in presenza di umidità. Per quanto riguarda la tecnica a olio il problema della sua alterazione nelle mescolanze è meno evidente che nelle tecniche ad acqua, in quanto le particelle di pigmento sono protette dal legante grasso e difficilmente entrano in stretto contatto tra loro. È in ogni modo buona norma evitare miscele con sostanze contenenti zolfo e suoi derivati che, in alcuni casi, in reazioni dovute a H2S, potrebbero produrre un annerimento progressivo e irreversibile (trasformandosi in solfuro di piombo). Nell'affresco, come in tutte le tecniche ad acqua, è un pigmento fortemente sconsigliato, anche per una marcata refrattarietà a mescolarsi omogeneamente con l'acqua. Se adeguatamente utilizzata e difesa dagli agenti atmosferici la biacca è resistentissima, come è possibile constatare dai quadri degli antichi maestri che se ne servirono con giudizio. La biacca è nociva come tutti i composti a base di piombo ma a volte la sua pericolosità è descritta in termini esagerati. Si pensi che un grande maestro del passato come Tiziano Vecellio, che utilizzò esclusivamente questo bianco, si spense quasi centenario perché si ammalò di peste nera, e non per gli effetti tossici della biacca. (Cfr. Cecilia Gibellini (a cura di), Tiziano, I Classici dell'arte, Milano, Rizzoli, 2003).